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Nomad Noos – Mongolia

    Nomad Noos - Mongolia

    Il Social Business Nomad Noos (che in mongolo significa lana) mira ad offrire un lavoro alle donne nomadi nei mesi invernali – Morbidi filati di lana saranno prodotti a partire da peli di yak

    La Mongolia è uno degli ultimi paesi al mondo in cui uomini e donne vivono ancora uno stile di vita nomade a stretto contatto con la natura e gli animali.

    La natura è ostile in questo paese con lunghi inverni e temperature che scendono sotto i -30 gradi centigradi. Gli animali sono il reddito e la sussistenza primaria per queste persone. Nelle immense e spettacolari steppe, capre, pecore, cammelli e yak vivono in libertà.

    A causa delle difficili condizioni di vita, negli ultimi anni il numero di nomadi è diminuito. Inverni freddi e tempestosi hanno causato pesanti perdite di bestiame. Negli ultimi quindici anni, la percentuale di persone che vivono in povertà si aggira costantemente intorno al 30%. Molte donne, soprattutto nelle zone rurali, non hanno un lavoro retribuito. Nelle zone remote della Mongolia è quasi impossibile trovare un lavoro o un’attività secondaria, tranne che per la pastorizia.

    Yak e lana ecosostenibile, un lavoro per donne nomadi

    L’obiettivo del nostro social business è quello di creare occupazione per le donne nomadi, filando e realizzando morbidissimi gomitoli di lana e fili di lusso. I prodotti finiti saranno venduti sul mercato svizzero e internazionale. Gli animali sono molto importanti per lo sviluppo economico dei nomadi e quindi saranno anche la fonte primaria di questo progetto.

    Prima di tutto lo yak: questo bestiame produce latte che viene utilizzato per la produzione di burro, formaggio e dolciumi. Dalla sua lunga pelliccia è possibile produrre lana. In Mongolia ci sono 3,8 milioni di esemplari di bovini che vivono in tutto il paese, più della popolazione umana che supera appena 3 milioni di persone.

    Grazie all’uso di pettini speciali che rispettano e non fanno male all’animale, si può ottenere questo prezioso materiale, chiamato in lingua locale “khoovor”. I pettini sono forniti dal progetto “Green Gold”, realizzato con l’aiuto dell’ Agenzia per la Cooperazione e lo Sviluppo e sostenuto dal Consolato svizzero di Ulaanbaatar, capitale della Mongolia.

    Noos: Il social business in concreto

    Grazie al sostegno dell’ONG “La Mensa e il gregge” con sede in Canton Ticino, Svizzera, e con il supporto di investitori e donatori abbiamo in programma di avviare la nostra impresa sociale, che prevede inizialmente la formazione di 30 donne in filatura a mano per la produzione di gomitoli di filato.

    Forniremo a questo gruppo di donne tutti gli strumenti necessari per la filatura, compatibili con la loro vita nomade, per produrre gomitoli di filato sostenibili a partire dalla lana naturale, che rispettano gli animali senza fargli del male. Dopo il progetto pilota del primo anno, puntiamo a formare circa 300 donne in cinque anni.

    Le donne nomadi hanno più tempo nei mesi invernali, poiché devono stare nelle “gher” (tende) a causa del freddo, di conseguenza possono svolgere un lavoro manuale e avere un reddito equo e stabile. Noos è stato progettato con un duplice obiettivo: sostenere le donne nomadi e creare prodotti ecologicamente sostenibili. I gomitoli di filato saranno poi venduti in Europa, dove la domanda di pura lana di yak è in crescita. Ogni filato di lana racconterà la storia della donna che lo ha prodotto e sarà possibile conoscere tutti i dettagli della filiera, compresa l’azienda che si è occupata del lavaggio e della cardatura della materia prima.

    Qual è la storia della lana di yak?

    La lana di yak è morbida, ma non è tutto. È anche più sostenibile dal punto di vista ecologico rispetto al cashmere proveniente dalle capre, un prodotto molto richiesto nell’industria tessile che spingeva i nomadi ad allevare le capre in gran numero e a pascolare in eccesso.  Questi animali, infatti, sradicano non solo l’erba ma anche le sue radici, causando gravi danni all’ecosistema del Paese, che si confronta sempre più spesso con la desertificazione. Lo yak non rovina in alcun modo la terra.

    Il nostro viaggio e gli incontri

    Durante il nostro ultimo viaggio in Mongolia, abbiamo incontrato i pastori di yak e visitato le fabbriche di lavorazione, dove la lana pettinata sarà lavata e cardata. Abbiamo identificato le persone che forniranno la materia prima con una giusta remunerazione e abbiamo potuto verificare personalmente che gli animali sono trattati con grande rispetto. In futuro prevediamo di includere nel nostro business sociale anche cammelli e pecore, che sono altri animali ecologici locali. Promuoveremo la nostra iniziativa e i nostri prodotti attraverso il nostro sito web: nomadnoos.com

    Oltre al filato di lusso, forniremo vari modelli di maglieria a mano per i clienti che li amano e allo stesso tempo saremo in grado di aiutare le donne in Mongolia ad aumentare il loro reddito e a migliorare le loro condizioni di vita.

    Le imprenditrici sociali

    Alessandra Spataro:

    Alessandra è giornalista e lavora alla RSI, Radiotelevisione della Svizzera italiana. Responsabile degli aspetti esteri ed editoriali del sito web, si occupa anche di una trasmissione televisiva nel campo dell’informazione, curandone i contenuti e la presentazione in video. Collabora da anni con la ONG ticinese “La mensa e il gregge” e ha viaggiato più volte in Mongolia.

    Coty Jeronimus:

    Coty è consulente nel settore tessile sostenibile con oltre 25 anni di esperienza nel settore della moda e del tessile. Ha creato e curato una linea di abbigliamento per l’ONG ticinese “Kam for Sud” che opera in Nepal ed è consulente per l’Agenzia per la Cooperazione e lo Sviluppo, nel progetto “Green Gold”, riguardante la lana di yak e di cammello in Mongolia.